Richiami
del teorema di Dandelin-Quetelet
La
rappresentazione della sfera in proiezione assonometrica obliqua
Immagine tratta da: Docci, Migliari, Scienza della rappresentazione, NIS, 1992
Il
teorema di Dandelin-Quetelet afferma che i fuochi dell'ellisse proiezione del
contorno apparente di una sfera, rispetto ad un'assegnata direzione di
proiezione, sono le proiezioni degli estremi del diametro della sfera che è
perpendicolare al piano del quadro.
Nell'assonometria
obliqua le rette proiettanti che inviluppano la sfera sono oblique rispetto al
piano di proiezione: ciò significa che la proiezione del contorno apparente
della sfera non è un cerchio ma un'ellisse. Tutti i diametri del contorno
apparente della sfera subiscono una deformazione nella proiezione, tranne quello
che è parallelo al piano di proiezione (e che costituirà l’asse minore
dell’ellisse).
Apollonio
da Perga, nel III secolo a.C., dimostrò che le ellissi, parabole e iperboli
potevano essere ottenute come sezioni di un unico cono obliquo con base
circolare (precedentemente le diverse coniche erano ottenute mediante sezioni di
diversi coni circolari retti).
Germinal
Pierre Dandelin (1783-1842), avvalendosi di un cono circolare retto, spiegò le
proprietà focali di quelle curve.
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Come sappiamo, un'ellisse può essere ottenuta anche mediante la sezione di un
cilindro con un piano obliquo rispetto all'asse del cilindro. Considerando,
infatti, un cilindro circolare retto, sezionato da un piano obliquo a,
la curva di sezione è un'ellisse.
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L'ellisse è il luogo dei punti, la somma delle cui distanze da due punti fissi
(detti fuochi) è costante (PF1+PF2=costante).
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Inscriviamo nel cilindro due sfere in modo che siano tangenti al cilindro in due
cerchi c1 e c2 ed al piano di sezione a
in F1 ed F2. I cerchi c1 e c2 sono tra
loro paralleli e appartengono a piani perpendicolari all'asse a
del cilindro.
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Per evidenti ragioni di simmetria (la sfera è caratterizzata da infiniti piani
di simmetria passanti tutti per il centro della sfera stessa), dato un punto P,
esterno alla sfera, gli infiniti segmenti tangenti alla sfera, aventi un estremo
in P, hanno tutti lunghezza uguale tra loro.
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Pertanto PP1 e PF1 sono segmenti uguali tra loro: infatti,
appartengono entrambi a piani tangenti la sfera e, per costruzione, i punti P1
ed F1 sono anche i punti di tangenza. Similmente, il segmento PP2
è congruente con PF2.
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Poiché i due cerchi di tangenza delle due sfere sono tra loro paralleli, si avrà
anche che PP1+PP2=costante.
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Da quanto visto, ne segue si ottiene che PF1+PF2=costante, che è
quanto si voleva dimostrare.
A
partire da quanto visto sopra, si può dunque notare la stretta analogia con la
proiezione parallela obliqua: le rette proiettanti che inviluppano la sfera da
proiettare su di un piano obliquo rispetto alla loro direzione, costituiscono il
cilindro, mentre le due sfere tangenti il piano di proiezione (equivalente al
piano di sezione visto sopra), sono anche equivalenti alla sfera da proiettare S
(infatti, lo spostamento del solido o del punto da proiettare lungo la direzione
di proiezione non modifica la proiezione stessa, per una proiezione parallela).
Vediamo
ora come si costruisce la rappresentazione della sfera S
in assonometria militare.
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Per semplicità il centro della sfera coincide con l'origine degli assi.
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Sappiamo che la proiezione della sfera genera un'ellisse.
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Sappiamo anche che, in un'ellisse, gli assi sono la proiezione di una
coppia di diametri tra loro ortogonali del cerchio (in questo caso il contorno
apparente della sfera).
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L'asse minore dell'ellisse coinciderà con un diametro della sfera:
precisamente con il diametro parallelo al quadro e che per questo non subisce
deformazione nella proiezione.
Nel
caso di assonometria militare monometrica, poiché l'angolo di incidenza della
direzione assonometrica sul piano di proiezione è pari a 45°, i due fuochi F1
ed F2 si troveranno sul cerchio che passa per gli estremi dell’asse
minore dell’ellisse.
Per
definire la lunghezza dell'asse maggiore (unica incognita) si procede nel modo
seguente:
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Conoscendo la definizione dell'ellisse (luogo dei punti, la somma delle
cui distanze da due punti fissi (detti fuochi) è costante), ne consegue che 2*A1F1=F2V1+F1V1,
dove A1 è un estremo del semiasse minore dell’ellisse, V1, V2
sono i due estremi dell’asse maggiore.
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La stessa somma è inoltre pari anche alla lunghezza dell'asse maggiore
dell'ellisse. Basterà pertanto puntare il compasso in F1 e misurare la
sua distanza da A1, per poi puntarlo ancora in C (centro
dell’ellisse) per ottenere V1 e V2.
Nel
caso di assonometria dimetrica, per definire la lunghezza CV1 del
semiasse maggiore si dovranno prima definire le posizioni dei due fuochi F1
ed F2, conoscendo l'inclinazione dei raggi proiettanti rispetto al piano
di proiezione. Successivamente si procederà come nel caso precedente.
Una
volta trovati gli elementi dell'ellisse, sarà utile rappresentare anche alcuni
meridiani e paralleli della sfera, per rendere più espressivo il disegno.
Le
proiezioni dei meridiani si ottengono mediante coppie di diametri coniugati
(perpendicolari tra loro).